domenica 12 maggio 2013

Sulla spiritualità nella politica e nella società


Fonte,,,paolofranceschetti.blogspot.it/


Ovvero: lettera aperta a Elia Menta e Giuseppe Turrisi


1. Premessa. 2. Alcune risposte e una proposta. 3. La spiritualità e la meditazione in politica. Vi spiego la meditazione. 


1. Premessa.


Recentemente alla trasmissione Border Nights un lettore chiedeva perché non unire tutti quelli che fanno controinformazione in una rete unica. Rispondevo, grosso modo, che i nomi fatti dal lettore non sono un fronte unico e molti di loro dissentono su posizioni anche fondamentali.
Mi hanno risposto in un video due delle persone nominate, Elia Menta e Giuseppe Turrisi, dicendo cose che in gran parte condivido (la potenza dell’informazione di regime, completamente appiattita, e i mezzi limitati della controinformazione, per non parlare degli argomenti trattati nei loro siti, banche, politica, società).

Mi soffermo sui punti che Giuseppe ed Elia mi contestano garbatamente e ne approfitto per parlare in dettaglio di spiritualità.

1) Secondo il terribile duo, con le mie ricerche, articoli, conferenze, non do la speranza. Sia io che Solange, in fondo, esortiamo la gente ad informarsi ma non diamo proposte (Turrisi).
Elia dice pure che in fondo le mie ricerche sono “roba per giallisti e non per chi vuole cambiare la società”.

2) A un certo punto uno dei due dice che non capisce il concetto di cambiamento interno. “Cosa vuole dire che il cambiamento avviene all’interno?” si domanda. Sembra una roba new age. Meditare è disinteressarsi della società.
“Spiritualità”... ne parlano tanti ma bisognerebbe capire cosa significa il termine.

3) Siamo disuniti perché ci mancano i mezzi, mentre quelli che ci dominano hanno mezzi. Con più mezzi avremmo risolto molti problemi.


2. Alcune risposte.


In primo luogo cominciamo col dire che quando parlavo della disomogeneità dei “complottisti” non alludevo a Elia e Giuseppe.
In secondo luogo un fronte unico di informazione alternativa c’è. Esiste internet, e non a caso i lettori del mio blog coincidono in larga parte con i lettori del loro blog e con quelli di tutti gli altri siti di controinformazione (Disinformazione, Comedonchisciotte, Antonella Randazzo, Scienza Marcia, Informare per Resistere, ecc.)

Dopodiché passo a approfondire i tre punti e formulo una proposta.

La proposta è semplice, ed è quella di creare un portale informativo che raccolga il meglio delle informazioni su internet; ciascun gestore di sito o blog segnalerà i suo articoli più importanti e ogni giorno ci sarà una selezione delle notizie e degli articoli più rilevanti. L’accesso dovrebbe essere a pagamento, per poter permettere a chi cura il sito di farlo come lavoro. In questo modo non si negherebbe al fruitore di internet la possibilità di leggere e informarsi gratuitamente, perché il portale raccoglierebbe solo ciò che chiunque potrebbe trovare da solo, ma si agevolerebbe il compito a chi legge. Il portale potrebbe trasformarsi anche in cartaceo una volta che ci fossero i mezzi economici e potrebbero poi uscire dei libri collegati al portale.
Pensateci e poi ne discutiamo.

Ora passo ai vostri appunti.

Quello che dite sul fatto che il nostro blog non lascia speranza, era senz’altro vero nei primi tempi. Omicidi, stragi, massoneria potentissima, assassini che rimangono sempre impuniti... Lo sconforto era d’obbligo e in effetti corrispondeva anche al mio stato d’animo interno.
In alcuni casi siamo arrivati al paradosso che qualcuno accusa me e Solange di essere massoni che fanno il gioco della massoneria sol perché la dipingiamo come invincibile.
In realtà col progredire delle nostre ricerche è progredita anche - e non poteva essere diversamente - la parte spirituale del blog, ed è lì la soluzione (almeno per conto mio).

Tutta la nostra visione di fondo - ed è questa differenza tra me e voi - è appunto nelle proposte, che per quanto mi riguarda sono prevalentemente di tipo spirituale, mentre le vostre sono di tipo materiale.
Elia si domandava cos’è la spiritualità, dice che bisognerebbe capire cosa significa, e avete anche aggiunto che meditare è disinteressarsi della realtà e sembra roba new age.
In effetti è roba new age. Ma vediamo cosa è questa “roba new age”, tenendo presente che le etichette negative si affibbiano in genere alle cose che non si capiscono e che devono essere derise.
Dire “roba new age” è come dire che due ruote e un cilindro costituiscono una moto. E’ vero, ma in questo modo non avete spiegato a chi non l’ha mai guidata a cosa serve la moto; non avete spiegato cioè che la moto serve per essere liberi di parcheggiare ovunque, serve per marciare in mezzo ai monti sentendo il profumo attorno e l’aria che diventa più o meno umida a seconda dell’altezza, serve per sentirsi parte integrante del paesaggio che scorre e fare una vacanza che sia tale anche mentre stai in marcia, e che non ti faccia desiderare di arrivare presto alla meta, perché il viaggio è già la meta stessa.
Ecco, allora avete ragione quando dite che la meditazione è roba new age; voglio quindi spiegarvi a cosa serve questa “roba”.

3. Vi spiego la meditazione.


Iniziamo da una definizione scolastica, prima di calarci nel pratico e far capire la differenza tra persona spirituale o no.
La persona materialista basa la sua esistenza sulla materia, sulle cose e sul possesso; misura quindi la sua felicità dalla quantità di beni che ha, e il risultato più estremo di questa visione porta a varie patologie sociali:
- i suicidi per debiti;
- l’accumulo di ricchezze delle multinazionali, un accumulo fine a se stesso che non serve a nulla, perché la maggior parte della banche ha tanti soldi da comprare tutto quello che può e vuole, ma questo non basta mai, e si continua ad accumulare a prezzo dello sterminio di intere popolazioni;
- il timore della morte, perché se ovviamente la vita è solo questa, e contano solo il nostro corpo e i nostri beni, alla nostra morte perderemo tutto;
- il timore della perdita del lavoro o della carriera;
- l’attaccamento alle persone care in modo morboso, facendo dipendere la nostra felicità dalla loro presenza/assenza/morte/atteggiamenti nei nostri confronti.

La persona spirituale invece vive sapendo che la materia è solo un riflesso dello spirito, e che se il creato esiste come è, vuol dire che c’è una ragione per tutto, e questa ragione è spirituale, non materiale. Un cristiano direbbe che se questa è la volontà di Dio, una ragione c’è per forza a tutto. Ma sia esso buddhista, cristiano, musulmano, induista, o uno che segue la “fuffa new age” (come viene sempre etichettata tutta la spiritualità senza altre etichette), la persona spirituale sa che c’è una ragione per tutto. Vive come se questa ragione ci fosse. Ed è una dimostrazione vivente della sua filosofia di vita.

Nella vita quotidiana si comporta (o si dovrebbe comportare) così: non teme la morte sapendo che prima o poi essa arriverà comunque. La maggior parte delle persone spirituali poi crede alla reincarnazione, quindi sa anche (o crede) che questa vita sia un battito di ciglia nell’immensità di tutte le vite. Questo lo so bene io, avendolo provato sulla mia pelle. Con tre mesi di meditazione intensa, quando mi accorsi di essere in guai più grossi di me, feci scomparire la paura della morte che non è stato più un problema, né lo è tuttora.

La persona spirituale non teme i debiti, che considera nient’altro che una somma scritta da qualche parte sul conto di un ente come Equitalia, che non può danneggiare la sua felicità; inoltre considera il fallimento dell’azienda come un’opportunità, tanto che alcuni imprenditori greci hanno ad esempio trasformato le loro aziende in una sorta di comunità, facendo dormire i senza tetto lì, e organizzando i turni per andare a cercare da mangiare, stimolando la solidarietà e sviluppando nuovi sentimenti comunitari nella gente, prima inesistenti.
La persona spirituale/meditativa non teme di perdere lavoro o carriera, perché sa che qualcosa farà sempre e comunque il lavoro e la carriera sono due cose assolutamente ininfluenti per lui.

La persona spirituale, insomma, non è schiava del sistema; non la puoi fermare corrompendola perché non le interessano i vantaggi ingiusti; non la fermi minacciandola di morte perché è un evento che non teme e che spesso vede addirittura come positivo; e non la dirigi come vuoi, non puoi comprarne il voto, non è manipolabile.

Come si sviluppa la spiritualità?
In tanti modi, ma la meditazione è uno degli strumenti più potenti per svilupparla senza leggere libri, senza maestri, senza sapere niente di niente.
Meditare non significa quindi evadere dalla realtà, ma rafforzare la propria capacità di affrontare la realtà dandole un senso.
E serve per capire meglio se stessi e gli altri.
In meditazione si osservano anche i propri comportamenti e quelli altrui dall’alto; si analizza se stessi, si analizza l’altro, si analizza la realtà e spesso si scopre che essa è diversa da come sembra.
La meditazione è un viaggio dentro se stessi e dentro l’altro.
E quando conosci l’altro, te stesso, e il mondo, come puoi aver paura della morte, dei debiti, o di qualsiasi altra cosa? Può una cosa creata da qualcuno che è inconoscibile esser senza senso? O essere stata creata al solo scopo di farci paura?

Acquisendo una forte spiritualità, ci si può calare nella realtà e combattere. Ognuno come può e a modo suo. Già informare, come faccio io e come fate anche voi, è un modo di combattere il sistema. Personalmente in questo periodo ho organizzato ritiri spirituali in cui parlare con vari insegnanti di questi argomenti, e in cui venga spiegato a cosa servono la meditazione e le altre tecniche spirituali come i mantra. Ed è il mio modo di lottare.
La lotta si fa quindi cominciando a cambiare, grazie alla consapevolezza, il piccolo mondo attorno a noi, consapevoli di non poter cambiare il mondo di botto, ma che producendo un cambiamento, che produca un piccolo cambiamento che ne produca un altro, che si somma ai cambiamenti apportati da Elia, Giuseppe, Paolo Barnard, Leo Zagami, Marcello Pamio, Enrica Perucchietti, Corrado Malanga e tanti altri, alla fine si può cambiare il mondo, nei secoli.
Il sistema, quindi, non si combatte frontalmente, ma lo si può combattere solo partendo da noi stessi, e aiutando gli altri attorno a noi a cambiare, modificando le nostre abitudini alimentari, di consumo, di scelte di vita, e modificando il nostro interno.
La cultura ufficiale, quella che voi infatti giustamente definite monocorde e uniforme, appiattita su standard identici in ogni settore, trascura volutamente di trattare la meditazione e le varie tecniche spirituali; magari fanno servizi sulle creme per il viso o sull’ultima forma di ginnastica a ritmo di musica, ma giammai sulle principali tecniche spirituali: il rischio che con esse la gente se ne vada dal sistema senza sforzo è troppo grande.
La gente viene privata di qualsiasi visione spirituale della vita, che non sa neanche cosa sia, e quindi non si accorge che i nostri politici sono persone completamente prive di qualsiasi istanza di questo tipo.
Eppure per capire la differenza tra un capo di stato spirituale e uno che non lo è, sarebbe sufficiente domandare alla gente: vorreste come presidente il Dala Lama, Ghandi, papa Luciani, Kennedy (leader politici ma anche spirituali), o Bersani, Berlusconi, Letta?
Nella risposta a questa domanda sta la differenza tra spiritualità e materialismo in politica.

Veniamo ora al terzo punto. Il problema dei mezzi.
E’ vero, il sistema non ci dà mezzi, mentre loro hanno una potenza di fuoco impressionante. Ma in un’ottica spirituale tutto questo ha un senso ben preciso.
La loro arma principale è la materia, e quindi il denaro, ed è normale che sia così.
L’arma principale di chi lotta contro il sistema, invece, deve essere la spiritualità, e spesso il privarci dei mezzi è solo un modo per farci capire questo concetto.
Privandoci dei soldi, il sistema ci costringe a sviluppare altre risorse: cooperazione, solidarietà, amore verso l’altro e verso noi stessi.
Essendo private dei soldi, molte persone scopriranno che con le normalissime erbe del proprio giardino, conoscendole, si possono fare ottimi cibi, ad esempio (anni fa seguii un corso di cui non ricordo assolutamente nulla, ma ho mangiato per una settimana solo con le erbe del giardino che una signora ci insegnava a scegliere e cucinare; corso di cui ho dimenticato tutto, ovviamente, grazie alla comoda presenza di supermercati e negozi ad ogni angolo di strada).
Essendo privati dei soldi, alcuni potrebbero essere spinti a scoprire la dieta fruttariana o vegana, migliorando non solo il portafoglio ma anche la salute.
Come diceva un mio amico molto saggio in una frase che mi è rimasta scolpita e che traggo da una sua mail del 20/8/2011: “Forse oggi e ancor più domani sarà chiaro cosa sono in realtà i soldi e che, come saggiamente dicevano gli Indiani d’America, questi non si possono mangiare. Qualsiasi giustificazione alla loro esistenza non sono altro che lamentele di un ego malato che ci separa dalla vera evoluzione/realizzazione dell’uomo”.
Parlando così non mi tiro fuori dal problema dei soldi, che hanno tutti (per ora questo aspetto dell’esistenza mi procura un leggero filo d’ansia, specie quando mi arrivano le cartelle di Equitalia o della Cassa forense), ma mi rendo conto che deve arrivare il giorno in cui mi sarò completamente liberato dal problema, come a suo tempo mi sono liberato dal problema della morte, e dal problema della “carriera” e del “prestigio sociale”.
Che non sia la mancanza di mezzi il problema, lo dimostra a tacer d’altro una circostanza; se facessimo un sondaggio su quali leader spirituali preferisce la gente, forse la maggioranza sceglierebbe ancora il trio Berlusconi Letta Bersani. Il che dimostrerebbe anche che se ci dessero tutta la potenza di fuoco dei nostri avversari, anche se facessimo un governo con Elia presidente, e Turrisi, io e gli altri nominati dal lettore nella squadra di governo, non cambierebbe nulla. Prima deve cambiare la base, poi potranno cambiare i vertici.

In conclusione, è vero che il nostro blog non lascia speranza, ma solo se si pretende di combattere sul loro stesso terreno e con le loro stesse armi.
Ma acquistando una visione spirituale della vita, loro hanno già perso.

A questo punto vi faccio un esempio concreto proprio con me.
La battaglia tra me e loro sul piano materiale è già persa da tempo. Avevo uno studio avviato, oggi non ho più una causa legale degna di questo nome, se si eccettua la causa delle Bestie di Satana, per la quale non solo non vengo pagato, ma sono stato costretto a vendermi una moto per pagarmi le spese, e ora sono costretto a fare la stessa cosa con la seconda (e ultima) moto.
Guadagnavo abbastanza da farmi dire dal commercialista “guadagni troppo, occorre trovare un mezzo per abbassare il reddito”, e oggi guadagno abbastanza da farmi dire da mia madre “Paolo ma ti serve qualcosa? Non puoi andare in giro con quel catorcio di auto (prestatami da una mia amica, tra l’altro)”.
Le battaglie processuali più grosse sono già perse. So perfettamente che se un giorno otterrò la liberazione dei ragazzi delle Bestie di Satana non sarà per mio merito ma per altre cause, di cui io sarò stato solo lo strumento.
Non siamo mai riusciti processualmente a recuperare i 200 miliardi di lire che Solange aveva ereditato dal padre e non c’è alcuna possibilità di recuperarli in futuro. Un tempo mi dispiaceva, e pensavo “ah poter recuperare quei soldi”.
Oggi mi dico che non avere avuto quei soldi è stata una fortuna, perché conoscendo il mio carattere avrei goduto della mia parte mettendomi in panciolle e andando in giro per il mondo senza far nulla, ma avrei perso lo stimolo di fare altre cose più importanti e di capire altre cose più importanti.
E oggi so che la mia battaglia con loro è già vinta. Perché se anche io morissi domani, quello che ho fatto vivrà in tutte le persone che oggi sono più informate sul sistema grazie a me e al mio lavoro, e il mio spirito vivrà in tutti quelli che utilizzeranno i miei studi per le loro ricerche, per le indagini, o semplicemente per spiegare ai figli come va il mondo.

E se io ho fatto un buon lavoro di informazione, non è solo merito mio. Ma è grazie al lavoro di quelli che mi hanno preceduto, grazie ai personaggi che ho assunto come guide spirituali, e grazie a persone come Gabriella Carlizzi, che hanno dato la prima chiave di lettura a certi avvenimenti di cui mi occupo oggi.

Faccio un altro esempio proprio con la Carlizzi. Personaggio controverso e criticato, è un dato di fatto che ha per prima parlato della Rosa Rossa e scoperchiato la realtà di certi mondi occulti.
Se in vita potevano attaccarla, o potevano usare strumentalmente le frequenti liti tra me e lei per diminuire l’efficacia del suo lavoro (o del mio), oggi che è morta tutto questo non è possibile, e il suo lavoro è definitivamente compiuto e immesso nel meccanismo dell’universo; lei quindi vive oggi più che mai, attraverso di me e attraverso i lavori che faccio, attraverso tutte le persone che si occupano della Rosa Rossa per lavoro o interesse; il suo spirito permea giornali e tv, quando fugacemente si accenna a questa organizzazione e a certe dinamiche occulte, che lei ha il merito di essere stata la prima a individuare.
E il suo lavoro oggi non può essere intralciato dalla liti con me, o dalle strumentalizzazioni di gente che non la capiva o non voleva capirla, ma vive dentro di me senza più gli ostacoli della materia, come vive dentro tutte le migliaia di persone che studiano la Rosa Rossa.

Faccio poi l’esempio di Osho, che in vita è stato attaccato come il guru del sesso e delle 99 Rolls Royce, ma che oggi è una forza vitale potentissima attraverso i suoi 400 libri tradotti in tutte le lingue del mondo, attraverso i suoi sannyasin sparsi per il mondo che oggi sono medici, avvocati, imprenditori, madri e padri. L’editore che ha pubblicato il mio libro, e che pubblica Mauro Biglino e altri, è infatti un ex sannyasin di Osho, che vive quindi in lui e in me.
In me vivono (perché io sono il frutto di) Osho, Yogananda, mio padre e mia madre (nel bene e nel male e anche con tutte le critiche che posso aver mosso loro), i miei fratelli, la Carlizzi, Baloo il cane di Solange con gli insegnamenti che mi ha dato, e persino lo spirito delle vittime del Mostro di Firenze, Pier Luigi Vigna come Rino Gaetano, o tutti i lettori che mi hanno sempre incoraggiato a continuare e che in questo modo hanno dato un impulso a ciò che faccio e alla mia vita. Nessuna di queste persone, o di questi animali, è realmente morta o morirà, perché (sorvolando sul discorso dell’anima, che è troppo complesso) lo spirito di tutti è penetrato dentro di me.
E il mio lavoro ha dato degli impulsi alla ricerca e alla comprensione della realtà, che con la mia morte non solo non si fermerebbero ma potrebbero addirittura diventare più potenti.
E tutto questo certi poteri, con tutti i loro mezzi, non possono ucciderlo.

In conclusione, la spiritualità (attraverso i suoi strumenti come la meditazione) non serve e rinchiudersi in un monastero tibetano, ma serve a rendere più efficace la propria lotta nella società.

Tornando a noi, quindi; io e voi, Giuseppe ed Elia, in realtà facciamo già un lavoro comune e per un fine comune, soprattutto sul piano spirituale.
Se ci organizzassimo in associazioni o organizzazioni, in pochi mesi certi poteri ci infiltrerebbero e distruggerebbero o ci manipolerebbero.
In realtà tra me e voi c’è già, di fatto, una collaborazione, anche se ciò non toglie, poi, che possiamo lavorare per collaborare ulteriormente in futuro.
Ma la collaborazione più grossa, tra me e voi, in fondo c’è già da ora, come dimostra anche questo articolo che mai sarebbe nato senza di voi.
Magari non lo condividerete e lo troverete forse troppo new age, ma ciò che ho scritto si deve anche a voi e vi devo ringraziare perché mi ha permesso di precisare concetti importanti, ancorché non da tutti condivisi e compresi. In questo articolo c’è anche il vostro spirito, quindi io e voi già collaboriamo per un mondo migliore. 

Un abbraccio a entrambi. E buona meditazione su questo articolo.

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