venerdì 17 gennaio 2014

LO STATO TASSA CON LA COMPIACENZA DEI CITTADINI

tasseDI ROBERTO GORINI
Per quanto uno Stato possa sembrare iniquo nell’imporre delle tassazioni troppo alte, non potrebbe mai farlo senza l’appoggio della maggioranza dei cittadini. Spesso accade che questa unione volontaria che si chiama Stato, diventi una forza coercitiva che sopprime il singolo a favore della collettività. Che è l’esatto contrario del principio per cui nasce. Ma come può succedere? Perché le tasse hanno sempre un rovescio: qualcuno le paga e qualcun altro le riceve.
Il fine della tassazione non è solo quella di fornire servizi alla collettività, ma anche di re-distribuire ricchezza. I servizi, lungi dall’essere gratuiti o economici, sono erogati più o meno equamente. Ma la re-distribuzione della ricchezza prodotta avviene solo a favore di qualcuno. In questo caso abbiamo due distinte categorie di cittadini, i “pagatori” di tasse, e i “prenditori” di tasse. Ovvero qualcuno prende più di quel che paga, e qualcuno ha dallo Stato meno di quello che paga. Altrimenti non ci sarebbe re-distribuzione. Chi guadagna di più rinuncia a qualcosa in favore di chi ha di meno. Ipotizziamo che il primo si chiami Paolo e il secondo Mario. Se lo Stato continuerà a prendere a Paolo per dare a Mario, avrà sempre l’appoggio di Mario. E se i Mario diventano la maggioranza, questo processo non si ferma più e sarà irreversibile. Fino all’implosione.
Ecco perché spesso uno Stato continua ad aumentare a dismisura le tasse. Apparentemente è una strada suicida e impopolare, ma in realtà ha sempre l’appoggio della maggioranza dei cittadini… fino alla distruzione dello Stato stesso.
In collaborazione con http://www.robertogorini.com/

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