I.: Desidero assolutamente imparare.
M.: Apprendere parole non basta. Puoi conoscere la teoria; ma se non sperimenti te stesso come il centro impersonale e non differenziato dell'essere-amore-beatitudine, la conoscenza verbale è sterile.
I.: Che devo fare?
M.: Cerca solo di essere. "Cercare" è il fondamento. Dèdicatici per un bel po', ogni giorno, in tranquillo abbandono; cerca in ogni modo di scavalcare gli aspetti ossessivi e sovrapposti della tua persona. Non chiedere come, non si può spiegare a parole. Lìmitati a insistere finché riesci. Se perseveri, non fallirai. Ciò che conta soprattutto è la sincerità, la serietà; devi veramente essere stufo della persona che sei, e sentire il bisogno di liberarti dall'inutile identificazione con quel grappolo di ricordi e abitudini. La ferma resistenza al superfluo è il segreto del successo1.
In realtà, in ogni momento della vita sei te stesso, ma non ne sei mai consapevole, tranne, forse, quando esci dal sonno. Perciò ti occorre la consapevolezza di essere, come un fatto continuo, non a parole. La consapevolezza che sei, ti aprirà gli occhi su chi sei. È tutto molto semplice. Sintonizzati subito con te stesso, sta' sempre con te. Nell'autoconsapevolezza fluiscono tutte le beatitudini. Fa' di te anzitutto un centro di osservazione, e di deliberata conoscenza, e poi promuoviti come un centro di amore in azione. L'"io sono" è il piccolo seme che diventerà un grande albero: in modo naturale, senza traccia di sforzo.
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