sabato 17 agosto 2013

Una visione diversa sulla situazione egiziana

Christof Lehmann (Nsnbc)1187000Le false notizie diffuse da al-Jazeera, secondo cui polizia e militari egiziani hanno sparato ai manifestanti, si diffondono a macchia d’olio sui principali media internazionali. Nel frattempo,  violenza settaria e massacri di manifestanti, commessi dai Fratelli musulmani, vengono omessi.  Allo stesso modo vengono omessi gli assalti con granate contro stazioni di polizia e la morte di 43 poliziotti e soldati. Media occidentali e del Golfo Persico capovolgono la verità. Coprifuoco e stato d’emergenza sono imposti mentre gli islamisti minacciano ulteriori violenze armate. Il comandante militare egiziano al-Sisi sfida gli Stati Uniti, affermando che il popolo egiziano è consapevole che gli Stati Uniti hanno pugnalato alle spalle l’Egitto grazie a Morsi e i Fratelli musulmani. L’Egitto assiste alla nascita di un nuovo Nasser?
Al-Jazeera in un’altra guerra di propaganda. Dopo la Libia e la Siria, il suo nuovo obiettivo è l’Egitto. Giovedì sera il ministero della Sanità egiziano ha riferito di 578 morti e 4201 feriti nelle violenze, finora. Gli scontri sono scoppiati quando la polizia egiziana, sostenuta dai militari, ha sgomberato i campi dei manifestanti pro-Mursi di Rabia al-Adawiya e al-Nahda. Contrariamente alle false notizie di al-Jazeera e altri media del Golfo e filo-occidentali, la polizia non ha usato proiettili veri contro i manifestanti. Il governo egiziano confuta con veemenza tali affermazioni, che si sono diffuse a macchia d’olio presso i media internazionali dopo le prime falsità di al-Jazeera. La notte scorsa, Nsnbc International ha parlato con innumerevoli testimoni oculari che confermano le dichiarazioni del governo, e il fatto che membri armati della Fratellanza musulmana hanno deliberatamente preso di mira manifestanti disarmati e provocato un bagno di sangue con l’intento esplicito di suscitare violenze e la guerra civile. I testimoni oculari che hanno parlato con Nsnbc direttamente dall’Egitto, nel corso della scorsa notte, hanno corroborato i precedenti rapporti di Nsnbc Internazional.
Assalti alle stazioni di polizia, 43 morti e 211 feriti tra le forze di sicurezza. I media mainstream occidentali e del Golfo, in genere omettono o distorcono il fatto che 43 morti e 211 feriti siano  poliziotti e militari. Secondo le dichiarazioni del ministro degli Interni egiziano, Ibrahim, le proteste hanno finora provocato la morte di 43 membri delle forze di sicurezza del Paese. 18 poliziotti e 25 soldati sono stati uccisi, mentre 2011 sono stati feriti. Molti di loro gravemente. Granate sparate contro la stazione della polizia di Kerdasa. La stazione di polizia di Kerdaza a Giza è stata attaccata con lanciagranate. Due agenti della polizia sono stati uccisi durante l’attacco. Il ministro degli Interni ha detto: “Molti manifestanti hanno sparato sulle forze di sicurezza dai tetti di al-Rabaa, a Nasr City. Le forze di sicurezza hanno utilizzato esclusivamente gas lacrimogeni per disperdere le proteste“. Anche questaaffermazione è stata confermata dai testimoni oculari che hanno chiamato Nsnbc International. Molti testimoni oculari hanno dichiarato che inizialmente sembrava che la polizia sparasse ai manifestanti proiettili veri dai tetti, ma una più attenta analisi ha rivelato che si trattava di gas lacrimogeni lanciati dalla polizia, anche dall’interno del ministero. Un testimone oculare ha detto che l’unica ragione che poteva avere la polizia nell’usare proiettili veri, sarebbe stato rispondere ai cecchini che sparavano contro i manifestanti che volevano andarsene.
La verità capovolta dell’informazione occidentale, del Golfo arabo e dei Fratelli musulmani. La violenza settaria e il comportamento violento e provocatorio degli islamisti aumentavano nelle ultime due settimane. Numerosi cristiani del Sinai sono stati uccisi quando le loro case sono state assaltate e date alle fiamme, e le chiese sono state vandalizzate. Testimoni oculari confermano ampiamente che i media degli emirati ed occidentali capovolgono la verità, come se la violenza sia  causata dalla dispersione dei manifestanti. A quanto pare, è accaduto l’opposto, si era reso necessario por fine alle proteste di un mese, a causa dell’incremento quotidiano delle violenze. Il ministro degli Interni ha descritto i manifestanti pro-Mursi come “una banda armata” dicendo che decine di armi sono state confiscate durante la dispersione, tra cui granate, pistole, munizioni e giubbotti antiproiettile. Ibrahim ha aggiunto che almeno sette chiese sono state date alle fiamme dagli islamisti.
Coprifuoco in 12 governatorati. Nuovi sit-in e proteste saranno dispersi in conformità con la legge egiziana. Alla domanda sui nuovi sit-in dei Fratelli Musulmani, il ministro dell’Interno ha detto che  altri assembramenti saranno dispersi in conformità con la legge. Il Primo ministro ad interim dell’Egitto, al-Beblawy, ha ribadito che il coprifuoco è stato imposto e che durerà per il prossimo mese, o fino a nuovo avviso, nei governatorati di Cairo, Giza, Alessandria, Banif Suef, Minya, Assiut, Sohag, Behira, Sud Sinai, Nord Sinai, Suez e Ismailia. Al-Beblawy ha sottolineato che chiunque violi il coprifuoco, imposto dalle 19:00 alle 06:00, sarà arrestato. Al-Beblawy difende la decisione di disperdere i manifestanti. Una decisione difficile ma necessaria. Il Primo ministro ad Interim egiziano, Hazim al-Beblawy, ha difeso l’intervento dello Stato nel por termine ai sit-in pro-Mursi, dicendo che era necessario per ripristinare la sicurezza. Mercoledì sera, al-Beblawy si era rivolto alla nazione dalla TV, in quelle che ha definito “parole dettate dal cuore” ammetteva che la decisione di disperdere i manifestanti era stata difficile. Al-Beblawy ha detto: “Come governo, rispettiamo il diritto alla protesta pacifica. Ma in tutti i Paesi del mondo, i diritti sono rispettati finché vi è il rispetto per i diritti altrui, e questo si ottiene attraverso lo Stato di diritto. Come Stato, siamo in una situazione in cui non possiamo accettare tale metodo di protesta. Inoltre, abbiamo dato la possibilità di una riconciliazione, anche con una mediazione internazionale, al fine di avere la democrazia in futuro. Ma non c’è stato alcun rispetto per il diritto di protesta pacifica. Abbiamo rispettato i sentimenti degli egiziani per il Ramadan e l’Eid, ma poi lo Stato è dovuto intervenire per ripristinare la sicurezza degli egiziani. La dispersione del sit-in doveva applicarsi”.
Al-Beblawy ha sottolineato che l’autorizzazione a disperdere le proteste era stata data molto tempo prima, ma che si era cercato di dare una chance ai negoziati. Ha anche sottolineato il crescente livello di violenza nel Paese. Infine, al-Beblawy ha elogiato il ministero degli Interni, dicendo: “Abbiamo chiesto alla polizia di trattenersi il più possibile. La prima fase è adempiuta, ma con il caos attuale lo Stato deve intervenire con procedure eccezionali“. Ritorno alla democrazia, uno Stato egiziano né religioso né militare. Per quanto riguarda il ritorno a un governo democraticamente eletto, al-Beblawy ha detto che il governo ad interim porta avanti la tabella di marcia e desidera stilare una nuoca costituzione che porti ad uno Stato che non sia né religioso né militare.
Al-Baradai si dimette e al-Sisi paragonato a Nasser. Il Vicepresidente per gli Affari Internazionali, al-Baradai, che secondo molti analisti era stato nominato per placare l’amministrazione degli Stati Uniti, si è dimesso dicendo che si sarebbe potuto ancora trovare una soluzione politica, invece di disperdere i manifestanti. Molti analisti ed esperti in affari egiziani ritengono che l’addio di al-Baradai sia dovuto al suo licenziamento da parte di al-Sisi, piuttosto che dalle sue dimissioni. Il comandante delle Forze Armate dell’Egitto, Abdel Fatah al-Sisi, è sempre più percepito come un nuovo Nasser. Al-Sisi è un nazionalista e sostiene un Egitto che supporta l’indipendenza e la giustizia sociale. Inoltre, al-Sisi è ben consapevole del fatto che il “problema dei Fratelli musulmani” in Egitto e il loro tentativo di stabilire una dittatura di fatto in Egitto, abbiano avuto piena benedizione e sostegno dagli Stati Uniti. In un’intervista con Larry Wayman, al-Sisi ha sottolineato che il popolo egiziano è consapevole del fatto che gli Stati Uniti hanno pugnalato alla schiena l’Egitto tramite i Fratelli Musulmani e Mursi. Secondo molti analisti, al-Sisi potrebbe essere, se giocasse le sue carte con saggezza, l’uomo che passando dalla carriera militare a una  politica unirebbe la nazione e la ri-orientarebbe verso una più stretta alleanza con la Russia e la Cina. In tal caso, l’Egitto potrebbe diventare il sesto membro dei BRICS e potrebbe anche evitare di divenire una pedina geopolitica dei globalisti occidentali e del FMI, che verrebbe utilizzata in avventure militari contro l’Etiopia.
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora

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