Energia e liberazione sessuale di Olivia Namer
25 settembre 2010
3ème Millenarie n.82 – Traduzione della dr.ssa Luciana Scalabrini
Non
ho cercato niente consciamente, cercavo come tutti cercano senza
saperlo, nelle frizioni della vita quotidiana. Per le grandi sofferenze
l’ego ha finito per cadere in cenere, generando la percezione che noi
non siamo che ENERGIA. Non è più attraverso la testa che viene l’
informazione, ma attraverso il corpo tutto intero. Grazie a questa
nuova sensibilità, la relazione con il mio compagno è stata
meravigliosa. Era la relazione che ci insegnava a comportarci insieme e
non più il desiderio di ciascuno. L’energia di presenza veniva dalla
relazione, nel rispetto dell’altro, con un desiderio evidente di non
lasciare niente al caso, guidati da quella energia che ci circondava. I
nostri corpi prendevano il tempo per avvicinarsi, tanto le pulsioni
erano potenti. Nell’ascolto di queste si produce il rilassamento. E’
attraverso quell’abbandono che tutto è possibile. Non c’è giudizio da
portare al desiderio del piacere, il desiderio è un ricordo, un
riconoscimento dell’origine. L’energia d’amore permette la scomparsa,
per qualche momento, del pensiero e l’apparire del “essere testimone”.
Amare
è essere l’altro, vederlo, sentirlo com’è e non come si vorrebbe che
fosse. Tutto è lì. Rispetto, è il moto conduttore, qui, sinonimo di
onorare, venerare… Quando quella energia diventa cosciente, è il
rispetto d’essere che essa ci ispira…
Un
bambino nasce senza sbarramenti. Non c’è ombra; poi, a seconda del
suo ambiente, si costruisce un muro che è d’ostacolo alla conoscenza di
ciò che profondamente è. Nella relazione intima con l’altro, c’è
l’occasione di ritrovare ciò che si è profondamente, seppelliti sotto
le resistenze, il peso degli ostacoli, degli errori e di tutto ciò che
nuoce alla nostra anima. Andare incontro all’altro è un’occasione per
scoprire ciò che manca in noi. Nell’ascolto attento delle percezioni,
scontrarsi con il Tutto fa crollare il muro costruito, secondo
l’intensità che si mette a vivere “con”.
Quel
meccanismo non è compreso all’inizio, perciò il contatto con un
ostacolo è rifiutato. Si genera una de-pressione, cioè un cambiamento
di pressione, d’energia. Non si capisce ciò che capita, perché c’è una
cattiva percezione di sé e delle energie (emozionale, intellettuale,
sessuale ). Essere nell’attenzione di quei movimenti più o meno sottili
in sé, delle tensioni, delle sensazioni, dei fastidi e a volte del
rilassamento che si produce, approda a una meravigliosa conoscenza di
sé…
Orientarsi verso una precisa
osservazione di sé, provare a vedere ciò che fa, nella mente, ostacolo
alle percezioni cristalline di sé, non separate dal Tutto… Come essere
nel vero con se stesso? Se si può essere integrati rispetto a sé,
l’energia d’attenzione comincia a non essere più nella testa, ma si può
esprimere e diffondere nel corpo.
C’è
allora una migliore circolazione e questo mette in luce gli anfratti,
l’informazione diventa più chiara… non c’è niente da vedere in quei
posti, poiché ciò che blocca è immaginario.
Per
vederlo, è indispensabile conoscere la paura, perché all’inizio non si
sa che non c’è niente, per la mente è reale, tanto è forte il
contrasto con la struttura che si crede di avere ( l’immagine che ci
si fa di sé ).
Si cade nel nulla,
e l’energia si manifesta in pieno. Si è come un imbuto, la testa capta
tutte le impressioni che si offrono e il corpo fa la scelta e tocca il
nostro essere profondo.
Nel presente c’è la totalità di sé, come accedervi?
La
presa di coscienza della paura soggiacente nasce dalla constatazione
che non c’è niente da perdere. Quando cade la paura, quella energia
d’attenzione, che punta verso ciò che si è, viene acutizzata, sul filo
del rasoio… Essere pienamente coscienti di sé, essere interi è talmente
gioioso…
La nostra paura fa paura all’altro.
Prenderne
coscienza con l’osservazione apre delle porte a livello cerebrale, si
liberano dei nodi d’energia, i cadaveri immaginari nascosti nei nostri
armadi mentali sono scoperti e non ostacolano più. La mente ha
integrato le informazioni che si credono reali e metterle in luce
permette lo sciogliersi degli ostacoli: cade il muro e passa
direttamente il flusso.
Quello
che è successo allora nel mio corpo è una montata folgorante
dell’energia nella colonna, le cellule si sono capovolte e sono entrate
in risonanza con tutto ciò che è presente. Il vero lasciar andare ha
permesso alle cellule che erano nell’ombra, velate dalla mente, di
trovarsi rischiarate dalla coscienza.
E’
una vera esplosione, sentita fisicamente, e che mette in relazione con
l’evidenza. Non si è più in un sogno. E’ l’unità con ogni cosa che
appare. E’ così ENORME che al corpo occorre del tempo per digerirlo. Si
ha bisogno di passarlo agli altri, di dire agli altri di risvegliarsi,
di non camminare più a lato di se stessi, ma ciascuno secondo il suo
percorso. Si sente che in presenza di un altro l’energia scorre
liberamente, l’altro riceve secondo la sua apertura. Anche se non è
cosciente, a livello delle sue cellule, riceve. Esse riconoscono quella
energia e, se esse non possono dirigersi come antenne verso una
direzione che porta alla sorgente, a causa di una mente troppo pesante,
sentono ed entrano in risonanza subito, sono un poco riscaldate, la
loro liberazione prenderà il tempo necessario…
Per
prepararsi a incontrare intimamente l’altro, imparare a rivolgersi a
sé diventa indispensabile; tecniche come lo yoga, il rilassamento, la
meditazione, possono essere un aiuto, come ciò che si fa con passione,
ciò che i nostri occhi prendono come supporto e che per un certo tempo
ci rendono felici.
Nella passione
c’è amore, prendere coscienza grazie a quel supporto, dello sguardo
che si porta su ciò che ci piace e comprendere perché ci attira. A cosa
fa eco interiormente? Forse le cellule riconoscono una qualità di
vibrazione?
Perché un quadro, lo
sguardo di un bambino ci commuovono? Perché si sceglie un bicchiere
fine per bere un buon vino? C’è una simbiosi sottile tra loro, si sa
che questo fa piacere al corpo, procurargli piacere. Per noi il vino
sarà ancora più buono grazie al bicchiere che rivelerà la sensibilità
permettendoci di armonizzare qualità differenti.
E’
il desiderio provato che si può prendere come supporto. Le nostre
sensazioni conducono a questo. Nient’altro che il gesto di aprire le
ante di un mobile e sapere che vado a scegliere un bicchiere, fa
nascere una gioia, quella di accompagnare il vino…La preparazione di un
incontro tra due corpi fa appello allo stesso sentire, tocca in
profondità.
E’ attraverso
supporti che si giunge al piacere, bisogna osservare cosa succede
perché non ci sia confusione tra la gioia provata e lo stesso supporto.
L’energia del piacere, gustata coscientemente, libera le cellule, le
svela, si è veri con sé. Sorprendersi mentre si prova piacere, essere
meravigliati con la facilità di un bambino…
Nelle
relazioni sessuali, c’è quel rapporto con il piacere cosciente che può
essere scoperto, quello scambio di energie, quell’esperienza
liberatrice nell’amore per l’altro. E’ un supporto di conoscenza di sé.
Dipende dalla profondità dell’amore provato; se è un amore senza
attese, con rispetto, vuol dire che sono già saltati degli
sbarramenti…Le cellule funzionano già in modo armonioso e il viaggio
comune è inevitabile.
Il contatto
fisico è molto importante quando si è all’ascolto del corpo. Le
informazioni sono preziose; se non si capiscono, si può passare a lato
di qualcosa di straordinario. Se ciascuno prende coscienza di ciò che è
una vera relazione con un compagno, tutto c’è…
Prendere coscienza che non si è che uno, nell’istante, toccare quell’unità è un supporto formidabile.
Allora
è l’Amore incondizionato che si esprime, ma generalmente non è questo
che accade oggi; anche la parola amore è così sprecata.
C’è
un tale salto tra l’intensità di ciò che si può percepire e il modo in
cui si svolge la maggioranza dei rapporti, che è spaventoso.
Non essere coscienti del valore di un tale incontro…
Tuttavia
si può restare con quella energia di fusione se è possibile
abbandonarsi totalmente, se non si ha più paura, se non facciamo più
ostacolo all’energia allora disponibile.
L’apertura
è tale che può bruciare tutto. Se la mente è lì per disturbare, o per
distogliere l’attenzione, e le immagini sfilano… ritornare alla
sensazione, senza cacciarle; perderanno da sole l’importanza che gli si
attribuiva. Come c’è un profondo desiderio di cambiamento, ci sono
molteplici agganci possibili, il toccare, la parola, l’atmosfera
luminosa. E’ importante preparare un’atmosfera, per esempio con una
candela, un profumo…tutti fattori che aiutano i sensi a diventare
supporti… In una vera relazione, ciascuno si adopera per offrirsi
all’altro.
L’apparenza fisica non
ha allora più veramente grande importanza. Quando si fa l’unità, non
c’è più né uomo né donna, la mente lascia il posto a una energia che
eleva fino a livelli sottili di sensibilità. Il rispetto è essenziale,
l’altro non è più un oggetto, messo a distanza per paura. Non è affatto
facile abbandonarsi, lasciarsi andare. Aiutarsi vicendevolmente è
possibile, sentendo il desiderio dell’altro, sentendo l’altro che si
apre. Non si esiste solo per se stessi quando ci si fonde in
quell’ascolto. Si vede l’altro per ciò che è con le sue paure, le sue
fragilità, i suoi desideri. E’ già un passo enorme. C’è come un
prolungamento di sé, con la distensione, il lasciar andare…l’energia fa
il resto.
Essere
nell’aspettativa dell’altro falsa la relazione, è farsene un’immagine,
fossilizzarla, metterla all’esterno; allora non c’è relazione autentica
possibile. L’altro può sentire il desiderio troppo forte che lo
prende. Volere troppo non è desiderio di dare; è una costruzione, lo
sente. Sente tutto, anche inconsciamente; non metterà parole, ma farà
un passo indietro!
L’unione di due esseri è la frizione di due
anime, si è lì per questo! E’ lì che può accadere l’implosione, molto
di più che in un qualsiasi altro sfregamento! In quella esplosione
nucleare in sé, si sente quella potenza di liberazione
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