mercoledì 25 luglio 2012

Karl Renz


 E nei suoi talks Renz, appunto, afferma di non essere lui a parlare ma il sé che parla a se stesso.

D.: La tradizione dice che il Maestro deve essere vivente, cioè in un corpo. Solo così può aiutare il discepolo a riconoscere il garbuglio della propria mente.
K.: Un Maestro può aiutare il discepolo a raggiungere la coscienza cosmica. Un insegnante che è arrivato alla coscienza cosmica, aiuta la coscienza personale ad entrare nel senza forma. Per andare dall´uno all´altro vi sono vari modi di guida. Per esempio il "neti neti" o "tu non sei il corpo" - tutte indicazioni di quello che non sei. Tutte le domande di "Chi sono io?" sono spiegate in modo che la coscienza individuale si ricongiunga con quella cosmica.
D.: Non vuoi ammettere che succede attraverso questo?
K.: Non succede mai attraverso qualcos´altro, succede solo attraverso la Sorgente. E per questo tutto quello che succede è spontaneo, sempre naturale. Non è mai condizionato. Il patto che esiste in una relazione maestro-discepolo è un finzione. In verità c´è solo la Sorgente. Da lei sorge tutto e a lei tutto ritorna. In questo sogno ci sono incontri mastro-discepolo. Ma esse non hanno effetto: quello che agisce efficacemente è la Sorgente.
D.: Ma la Sorgente agisce attraverso il Maestro. Attraverso lui agisce meglio che attraverso altre persone.
K.: No. La Sorgente agisce nelle cose in modo uguale ed unico. Non ha bisogno di specialità. Tutto quello che succede, anche il risveglio dalla coscienza individuale a quella cosmica, succede non per una qualunque causa, ma perché accade, semplicemente.
D.: In che rapporto si trova con la dedizione? Essa ha un ruolo importante nella tradizione!
K.: Che cosa ti appartiene che tu possa abbandonare? E a chi potresti darlo? Tu hai l´illusione di essere un possidente al quale appartiene qualcosa. E l´illusione che tu possa poi rendere la tua proprietà. Chi ha bisogno che avvenga una cosa simile? E a chi succede?
Se tu passi dalla coscienza individuale a quella cosmica questo è solo un passaggio di condizione. Vai da A a B. Ma chi è che fa questo passo? E chi ne ha un vantaggio? Esiste qualcuno che ne abbia uno svantaggio? Questo significherebbe che il Sé ha solo il suo stato naturale nella coscienza cosmica. La coscienza individuale sarebbe allora qualcosa di falso e transitorio. Ma entrambi sono coscienza.
Anche alla morte la coscienza individuale ha una fine. Si immette nel senza forma per poi ritornare alla prossima occasione nella forma. Entrambe sono coscienza. Una volta nel tempo, una volta nel senza-tempo. Nient´altro.  L´Assoluto non è condizionato da nessuno stato.
D.: E tu come lo sai?
K.: Nessuno lo sa. Tutto quello che dico è un concetto. L´unica cosa senza alcun dubbio è che io sono prima di qualunque concetto. So solo che non sono un concetto. E che sono. Qualunque cosa io possa essere.  Questo è solo quanto io so veramente. Devo esserci soprattutto per poter parlare di un concetto. Per questo devo essere prima del concetto. Questo è la sola cosa indubitabile. Ma ogni concetto di cui parlo rimane dubbio.

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