martedì 4 febbraio 2014

Sonniferi,il potere

Ci sono, come dico da tempo, persone stimabili negli altri partiti, il problema (e a questo punto non vedo altra soluzione che stravincere le elezioni e cambiare radicalmente la composizione del Parlamento) è il loro essere indissolubilmente parte del sistema. Cuperlo non ha detto una parola sulle violazioni del regolamento, sulla ghigliottina, sullo stupro sistematico della Costituzione, sul regalo alla banche. Giachetti ha scioperato per il porcellum e ora avalla una schifezza peggiore (quanta miseria!). Nessuno parla, tutti zitti, omertosi, intimoriti dalla perdita di una poltrona o dello scranno nella prossima legislatura. Il problema vero, il peccato originale di tutto ciò è il concetto di politica come professione. Vi ripropongo un mio scritto di qualche settimana fa sui privilegi della politica e sul perché sia così difficile là dentro restare onesti (anche intellettualmente). Noi però una strada l'abbiamo individuata, stare sempre in mezzo ai cittadini, i nostri datori di lavoro.

Privilegi e droga

I privilegi dei politici sono come la droga. Immagino che chiunque abbia provato l'eroina si sia lasciato andare pronunciando queste parole: “provo, una volta sola, tanto mica ci casco”. E invece ci si casca sempre, anche perché l'eroina, evidentemente, all'inizio ti fa sentir bene. Allo stesso modo ti fa sentire bene essere chiamato Onorevole, viaggiare in business, guadagnare 14.000 euro al mese. Ti fa star bene frequentare gli hotel di lusso con nel bagno tutte quelle cremine che non sai a cosa servano ma che comunque inizi a spalmarti addosso; ti senti realizzato se un Carabiniere si mette sull'attenti quando passi. Deve essere bello avere un'auto blu e qualcuno che ti apre la porta e ti aiuta a infilarti il soprabito o avere corsie preferenziali negli aeroporti. “Prendo la prima classe solo stavolta, lo faccio per provare”. “Ok sono tanti 14.000 euro al mese ma ti rendi conto quanto lavoriamo?”. “Che sarà mai, mi ha invitato in un resort ma tanto io quella legge l'avrei votata lo stesso, è buona per l'Italia mica per lui, non ha nulla a che fare con l'invito al resort”. Dio come dobbiamo stare attenti e da soli non ce la facciamo.
I privilegi sono come la droga, ne accetti uno, ti auto convinci che si tratta solo di una prova, sei sicuro di poter smettere in un istante, che tu sei diverso ma poi fai la fine di tanti altri, fai la fine di quello che nemmeno più scende dalla macchina se nessuno gli apre la portiera. Credetemi il passo è brevissimo, come una sniffata, soltanto una. I privilegi dei politici sono come la droga, a cosa serve la droga in fondo? A farti staccare dalla realtà, vivi in un altro mondo, pensi che quello sia reale e inizi a rubare per continuare a spassartela un po'. In politica succede lo stesso, senza nemmeno rendertene conto grazie a quei privilegi indecenti (ancor di più in epoca di crisi) ti stacchi dalla realtà, inizi a vivere in un mondo parallelo, in una realtà differente e per restarci (perché il filetto al pepe verde e lo champagnino piacciono a tutti) inizi ad auto convincerti che quella bustarella non è una tangente ma un regalo per aver lavorato bene, che quel mafioso non è un criminale perché da lavoro a tante persone, che quei rimborsi elettorali non sono una truffa ai cittadini, servono per mandare avanti le sezioni e le sezioni servono al partito. Ho compreso la pericolosità di questo sistema, le stronzate in Parlamento si fanno appena ti stacchi dalla realtà. Un legislatore per garantire la qualità delle proprie azioni deve eliminare tutti quei potenziali pericoli di contaminazione. Questo dovevi fare Presidente Boldrini e invece nulla, chiacchiere e privilegi mantenuti. Votate chi vi pare ma pretendete il dimezzamento delle indennità dei parlamentari e l'utilizzo della diaria solo per spese rendicontate. Qua non si tratta soltanto di risparmi (imponenti come vedrete nei prossimi giorni con il restitution day del M5S) qua si tratta di scongiurare il rischio di finire “privilegio-dipendenti”, la malattia più pericolosa che può colpire un uomo politico. Ed è un attimo, un attimo, se ti ungi un dito ti ungi tutta la mano. Non avete idea di quanto il “controllo popolare intorno al potere” sia determinante. Non avete idea quanto stare in mezzo alla gente, sempre, sia un riparo sicuro. Ogni cittadino ha il dovere di esercitare una forma di controllo sui propri Dipendenti nelle Istituzioni. Se il legislatore ha il dovere di essere onesto il cittadino ha l'obbligo di contribuire a questo obiettivo. Se si riesce in questo il resto (leggi, proposte, miglioramento della società) è un gioco da ragazzi. A riveder le stelle!

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