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Manici d’accetta
Un pomeriggio, l’ultima di aprile
Mostrando a Kai come tirar d’accetta
Con un mezzo giro quella si pianta dentro un ceppo.
Lui ricorda la testa dell’accetta
Senza il manico, nel negozio
E va, la prende, se la vuol tenere
Il manico di un’ascia rotto sulla porta
E’ lungo esatto per un’accetta,
Lo tagliamo su misura e lo mettiamo
Con la testa sua
E l’accetta buona a farsi su quel ciocco.
Così mi metto a intagliarne il manico
Con l’accetta e quella frase
Imparata da Ezra Pound
Mi suona nelle orecchie:
“Facendo il manico di un’ascia
La forma non è così lontana.”
E dico questo a Kai
“Guarda: facciamo il manico
Secondo il manico dell’ascia
Con cui tagliamo – ”
E lui capisce. E io la sento ancora:
E’ nel Wên Fu di Lu Ji, quarto secolo
d.C. “L’arte dello scrivere” –
Nella prefazione: “Facendo il manico
Di un’ascia
Tagliando il legno con un’ascia
Il modello è davvero alla portata.”
Il mio maestro Shih-hsiang Chen
Tradusse questo e lo trasmise anni fa
E so che Pound fu un’ascia,
Chen lo era e lo sono io,
E mio figlio un manico
Da formare presto e ancora in là,
Stampo e forma, cultura in opera
Così si va
Mostrando a Kai come tirar d’accetta
Con un mezzo giro quella si pianta dentro un ceppo.
Lui ricorda la testa dell’accetta
Senza il manico, nel negozio
E va, la prende, se la vuol tenere
Il manico di un’ascia rotto sulla porta
E’ lungo esatto per un’accetta,
Lo tagliamo su misura e lo mettiamo
Con la testa sua
E l’accetta buona a farsi su quel ciocco.
Così mi metto a intagliarne il manico
Con l’accetta e quella frase
Imparata da Ezra Pound
Mi suona nelle orecchie:
“Facendo il manico di un’ascia
La forma non è così lontana.”
E dico questo a Kai
“Guarda: facciamo il manico
Secondo il manico dell’ascia
Con cui tagliamo – ”
E lui capisce. E io la sento ancora:
E’ nel Wên Fu di Lu Ji, quarto secolo
d.C. “L’arte dello scrivere” –
Nella prefazione: “Facendo il manico
Di un’ascia
Tagliando il legno con un’ascia
Il modello è davvero alla portata.”
Il mio maestro Shih-hsiang Chen
Tradusse questo e lo trasmise anni fa
E so che Pound fu un’ascia,
Chen lo era e lo sono io,
E mio figlio un manico
Da formare presto e ancora in là,
Stampo e forma, cultura in opera
Così si va
Gary Snyder è nato l’8 Maggio 1930 a San Francisco, California, e non è solo noto per il legame con gli scrittori Beat, ma per il suo impegno ecologico e di vita comunitaria. Molta parte della sua scrittura rivela l’influenza della poesia americana, in modo particolare di Ezra Pound e di Walt Whitman, così come le suggestioni del misticismo secondo gli stilemi estremo orientali. La sua esperienza come taglialegna e ranger nel Nord Ovest degli USA è stata ispirazione per le sue due prime raccolte di poesie: Riprap(1959) and Myths and Texts (1960). Molti dei suoi successivi lavori si concentrano invece sulle alternativa alla vita metropolitana e mostrano il profondo rispetto per la natura, cifra dell’autore e l’interesse per le filosofie orientali. Quest’ultima è una caratteristica condivisa con diversi altri scrittori Beat. Snyder ha vinto il Pulitzer con la raccolta Turtle Island nel 1975. In aggiunta ai lavori menzionati, altre raccolte di Snyder sono The Black Country (1967), Regarding Wave (1969), Axe Handles (1983) The Old Waves (1977) eNo Nature: New and selected poems (1992). Attualmente insegna all’Univesità della California, a Davis.
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