domenica 23 marzo 2014

Toh, questa poi! La Banca d’Inghilterra si accorge che il denaro è creato dalle Banche con il debito…

bank of englandDe Simone il mio economista preferito.
Come dire, meglio tardi che mai! Dopo aver negato l’evidenza per anni, dando dell’imbecille, dell’incompetente, dell’incapace, dell’ignorante eccetera eccetera, a quei (pochi) pazzi che come me raccontavano una storia diversa sulla creazione del denaro, con l’ultimo Bollettino trimestrale emanato pochi giorni fa e riferito al primo quarto del 2014, la Banca d’Inghilterra confessa candidamente che in effetti i prestiti bancari creano denaro concedendo i prestiti alle persone ed agli enti, pubblici o privati, che glieli chiedono. Questa stupefacente (per loro) novità, non si ferma qui. Il report scritto dalla Direzione di Analisi Monetaria della Banca, aggiunge ovviamente che le banconote non rappresentano affatto beni reali (ma va?), ma sono come delle “cambiali accettate” universalmente riconosciute e che vengono create per lo più dalle Banche mediante la concessione dei prestiti. Inoltre, quando il debitore ripaga il prestito alla Banca, la moneta creata al moneto del prestito viene “distrutta” ma non gli interessi che restano nel sistema. Infine, le Banche Centrali sono “creatori di ultima istanza di denaro”, ma soprattutto regolano la quantità di moneta agendo sul tasso di interesse così che i soggetti economici aumentino il loro debito, aumentando così la massa monetaria, o lo riducano, riducendo al contempo la massa monetaria.
La storiella che veniva raccontata finora dalle banche a proposito della creazione di moneta, era che questa rappresentava ricchezza reale prodotta e depositata presso le banche in varia forma (oro, argento e mirra, per esempio). All’improvviso, la Banca d’Inghilterra vuota il sacco e confessa quello che tutti coloro che hanno affrontato con onestà intellettuale questa materia sanno benissimo, così come lo conoscono perfettamente anche quella maggioranza di economisti e di operatori della finanza che ha studiato il problema, e però lo negano sia in pubblico che in privato (non si sa mai che qualcuno possa registrare la conversazione), accusando di ignoranza, di incompetenza e chi più ne ha più ne metta chiunque osasse sostenere la verità.
Riporto un brano dal mio libro Un’Altra Moneta la cui prima edizione per i tipi della Malatempora risale al 2003 (pagina 11, il grassetto e il corsivo sono originali):
“I soldi li fanno le banche che te li danno solo se ti indebiti, e se ti indebiti caschi necessariamente nella logica del profitto, altrimenti non potrai mai restituire il tuo debito.
In realtà non ci riesci lo stesso, ma se paghi gli interessi e cresci con il fatturato, le banche ti creano altro denaro indebitandoti ulteriormente così che il loro profitto possa crescere (non dobbiamo dimenticare che le banche hanno bisogno per fare soldi di qualcuno che si assuma il debito).
Le conseguenze sono quelle che vediamo oggi: tutte le aziende sono oberate di debiti e ogni tanto qualcuna che non ce la fa a ripagare il suo debito viene eliminata. Al suo posto sono pronti in mille ad assumersi quei debiti e tentare l’avventura.
L’economia cresce solo con il debito, che è poi il modo del potere finanziario dicreare il denaro.
Quello che interessa alle banche non è che il debito sia restituito, poiché esse sanno benissimo che in molti non potranno farlo, ma che si viva nella logica del profitto e della riproduzione del capitale. Alle banche interessa l’anima degli uomini, esse vogliono indurre comportamenti che presuppongano la logica del profitto. Solo così possono perpetuare il loro potere.”
L’”oggi” cui si riferisce il testo è la fine del 2002, quando ho iniziato a scrivere il libro, e quello riportato è un brano da una delle prime pagine.
Ancora prima, nell’ormai lontano 1999, a pagina 22 del mio libro “Un Milione al Mese a tutti: Subito!” edito dalla Malatempora, scrivevo testualmente così: “Ci si accorse che la banca, per questa via, creava denaro! Emettendo certificati su certificati, ovvero note di credito su note di credito. Il termine banconota nasce così, ad indicare appunto, una nota di credito emessa da una banca per l’importo espresso sulla facciata della nota stessa, mentre il retro (come oggi per le cambiali e gli assegni) era riservato alle girate dei possessori.” Appunto esattamente quello che oggi, a distanza di quindici anni, sostiene la Direzione di Analisi Monetaria della Banca d’Inghilterra. Si fossero letti il mio libro, si sarebbero risparmiati la fatica, ma tant’è anche l’America, oltre all’acqua calda, sono state scoperte tante volte.
E qualche riga dopo aggiungevo: “Infatti, se ancora credete che la base della moneta cartacea sia l’oro, toglietevi questa idea dalla testa. Non c’è più alcuna corrispondenza tra la moneta in circolazione e l’oro e gli altri preziosi depositati presso le casse dello Stato.” Anche questo concetto è stato pedissequamente ribadito dalla BoE nel suo report.
Ovviamente, queste sono solo alcune righe, poiché entrambi i libri, così come quelli che li hanno seguiti, sono centrati sul problema della creazione del denaro da parte delle banche e la conseguente creazione di debito per gli interessi. Ed i meccanismi sono spiegati nei dettagli con molta chiarezza. Basta andare a leggere (ogni tanto fa bene, nonostante la grande maggioranza degli italiani, oltre il 95% per cento, pensa che leggere un libro faccia male alla salute e non legge assolutamente nulla…)
Per quale ragione la Bank of England ha deciso di raccontare questa storia? Bella domanda! Forse perché la verità stava venendo fuori, visto che se quindici anni fa queste erano considerate eresie di qualche folle, da qualche tempo, ne parlano in molti e le domande diventano sempre più pressanti. Ma non credo che basti questa spiegazione, diciamo così, euristica. Il problema è che il sistema bancario non ce la fa più a sostenere il debito e le sue logiche perverse e quindi anche al suo interno si sta cercando, e aggiungo disperatamente, una soluzione. E se finora chi osava mettere in discussione le fondamenta stesse del sistema era additato al pubblico ludibrio, adesso la soluzione deve essere trovata e al più presto, prima che il sistema imploda. Forse siamo davvero vicini alla crisi finale del sistema finanziario globale, e non certo per i venti di guerra che cominciano a soffiare forte anche in Europa. Quelli, semmai, sono una conseguenza della crisi finanziaria globale.
Il sistema di creazione di moneta sul debito genera interessi in misura esponenziale. La proporzione è quella del “Debito della Madonna”, se qualcuno ricorda quella divertente storiella raccontata dalla compianta Margrit Kennedy a Roma durante il convegno sulle monete locali nel 2006. In quel caso, il pannolino comprato per coprire Gesù Bambino era stato pagato con un debito di un centesimo di euro, che in duemila anni aveva generato un debito talmente grande, che per pagarlo, il Signore dei Cieli avrebbe dovuto creare qualche migliaio di galassie per recuperare tutto l’oro in esse contenuto e ripagare il debito! Questo è il link a quell’articolo. Insomma, una pura follia che si moltiplica in misura esponenziale ogni istante che passa. Forse siamo vicini al collasso e nelle Banche qualcuno si è accorto che non esiste una soluzione. Almeno, che non esiste una soluzione all’interno del sistema e che occorre inventare qualcosa di nuovo per sdebitarsi. Oppure sarà una guerra devastante a sdebitarci, una guerra atomica che elimini buona parte della popolazione della terra e con essa buona parte delle ricchezze e del debito che ne consegue. Qualcuno deve essersi accorto che questa è una follia ancora più grande del debito per il pannolino di Gesù. Una follia che porta all’estinzione dell’umanità o giù di lì. Ed ha lanciato l’allarme dicendo la verità che tutti facevano finta di non conoscere.
Adesso non si può più nascondere, il Re è nudo. E l’unica soluzione possibile, come ripeto da tempo, è il tasso negativo. Non solo per uscire dall’economia del debito e stare tutti molto meglio da subito, ma per evitare che l’umanità si estingua per la follia di qualche potente, tanto avido quanto stupido. Dobbiamo subito cominciare a fare le Faz, l’unico modo concreto per uscire da questa follia. Ora, non domani. Sarebbe troppo tardi.

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