domenica 15 aprile 2012

Karl Renz. Amore e relazione

Sono innamorato

Domanda: In questo momento sono innamorato, amo qualcuno, non il Sé o l’Essere, ma un’altra
persona. E’ permesso questo?
Karl: No, è assolutamente proibito!
D.: Voglio dire se si può chiamare amore? E’ veramente amore dopo tutto?
K.: Esistono numerosi libri e detti che descrivono che cos’è l’amore. Troverai altrettante definizioni
dell’amore quanti sono gli abitanti sulla terra.
D.: Ma tu non ne proponi qualcuna.
K.: So solo che dove c’è una definizione di amore, non c’è amore.
D.: Puoi ripetere…?
K.: L’amore è possibile solo in assenza di qualsiasi concezione dell’amore. Finché hai una
rappresentazione dell’amore lo imprigioni. Lo definisci e definire significa letteralmente porre dei
confini. Quando desideri che l’amore sia in questo o in quell’altro modo, si tratta del tuo amore, di
un amore di cui credi di poter disporre e di cui sei il possessore. Un simile amore è limitato,
imprigionato, all’opposto di quell’amore infinito cui ognuno anela.

D.: Ma esiste un amore che non sia imprigionato?
K.: Esiste dove non esiste più colui che vuol possedere quell’amore. Solo un simile amore è libertà,
amore vero. Amore significa assenza di una persona che fa delle differenze e dice: questo amore e
questo non lo è. Amore è assenza di qualcuno che discrimina.
D.:Dunque quello che descirivi non ha niente a che fare con il mio innamoramento?
K.: Non esiste il “tuo” amore. L’amore non conosce un possessore e comincia là dove cessa il
“mio” ed il “tuo”.
D.: Allora l’amore non può essere un sentimento.
K.: L’amore è tutti i sentimenti perché è la sorgente e l’essenza di tutto.
D.: Quanto a te, rimane qualcosa riguardo all’amore personale?Un amore che sorge spontaneo e
che si prova per una determinata persona?
K.: Se tu ti riconosci nell’altro perfettamente e se non esiste separazione tra te e l’altro, allora c’è
amore.
D.: Meno male! Allora c’è dunque.
K.: Allora l’amore è sinonimo di Conoscenza di sé. Riconosci che quello che sei è quello che è
l’altro. Dove non c’è più né tu né l’altro allora rimane solo amore. E ognuno di noi cerca questo
amore. Questo è il vero senso delle relazioni d’amore.
D.: Si, ma l’amore può anche essere personale.
K.: In questo caso appare e poi di nuovo svanisce. Questo gusto particolare dell’amore è
temporaneo, fatalmente. L’amore in questa forma è fuggevole e la fugacità fa male. Sai già prima
che esso scomparirà un giorno, perché è sottomesso al tempo.
D.: Sempre?
K.: Senza eccezioni. Tutto quello che avviene nel tempo è destinato a sparire. Ma la sorgente
dell’amore relativo, l’amore in sé, non ha mai fine.
D.: Ma se una relazione che tu chiami amore relativo, è costruito sull’amore…
K.: … allora possiamo lavorarci sopra affinché duri in eterno o almeno fino alla morte? Basta che
stiamo veramente attenti! Si, lavoraci su, sta attento. La domanda è la seguente: c’è qualcuno che ha
bisogno di questo amore relativo, di questo sentimento, di questa sicurezza o di questa dedizione
per esistere ed essere felice?
D.: Si, c’è ed è seduto qui.
K.: Se l’amore ha il sapore di bisogno, allora vuole aggrapparsi e possedere.
D.: Ma se invece non è così in una relazione?
K.: Allora il termine di “relazione” diventa improprio: nell’amore tra due persone di quella natura,
la relazione cessa.
D.: Se io sono amore, allora non mi pongo più in relazione a qualcun altro?
K.:Esatto. Allora non ci sono più due persone, tu e l’altro e allora la relazione cessa, c’è solo un
sentimento di compassione, ma nessuno che abbia questo sentimento.
D.: Ha un sapore di solitudine.
K.: L’amore è solitudine. Non ci sono più due persone. Sei l’uno senza secondo. Nell’istante
presente tutto quello che proviene dal tempo deve morire, tu compreso, in quanto a persona
separata, per la quale la solitudine è insopportabile.
D.: Mi sembra orrendo!
K.: Per una persona, non c’è nulla di più spaventoso. Sarebbe disposta ad uccidersi piuttosto che
vivere una cosa simile.
D.: Ma esiste pure un sentimento che si chiama amore.
K.: Forse lo si chiama in questo modo, ma non è amore. Amore è tutto quello che non puoi
nominare. Può essere un bel sentimento, ma evanescente, come il sapore di una buona pietanza o il
gusto dell’ armonia. I sapori evaporano. L’ amore è solo fuggevole, non ne sarai mai soddisfatto.
D.: Per questo desideriamo l’ amore eterno.
K.: Eterno? Per trovarci completamente dalla parte sicura?
D.: Affinché il sentimento non finisca mai.
K.: C’è amore quando scompare l’idea di qualcuno che vuole o necessita qualcosa. Quello che sei
ha già in sé l’eternità e non ha bisogno né di qualcosa di eterno né di alcun sentimento. L’amore non
è un sentimento.
D.: E’ questo il genere di dichiarazione che la tua compagna ascolta da te?
K.: Se tu glielo chiedessi, lei direbbe che non ne ha mai ascoltato una. Non è il paradiso della
relazione per lei. Eppure ci sono solo dimostrazioni d’amore.
D.: Secondo il motto: qualunque cosa io faccia sono amore?
K.: Per me l’amore è un nome come tanti. Se vuoi usare il concetto, allora diciamo che quello che
sono, è amore. Io non sono l’amore personale, ma quello che è amore, ossia quello che è sempre.
L’eterno mistero dell’esistenza.
D.: Allora lo è chiunque.
K.: Naturalmente.
D.:Ma provi anche tu il bisogno d’amore in una forma o in un’altra?
K.: Questo significa essere una persona. Conosco l’esperienza.
D.: Ma non ti tocca perché sei radicato nell’Essere?
K.: Quello che sono veramente in essenza, non era mai né radicato, né senza radici. Ignora tutte
 queste definizioni e non si è mai preoccupato di niente.
D.: Allora l’essenza, l’amore non si preoccupa di niente?
K.: Non ha alcuna preoccupazione: la preoccupazione si preoccupa.
D.:Non l’avrei mai pensato a proposito dell’amore.
K.:In questo caso, sei tu ad avere la preoccupazione.


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