Gioventù e aspirazioni
Durante la giovinezza sempre meno ragazzi si avvicinano ad ispirazioni
artistiche, alla filosofia, alla letteratura, alla spiritualità o ad ideali
politici.
Una minoranza però esiste ancora, durante gli anni di scuola alcuni
vengono attratti da questioni di una certa rilevanza, cominciano a farsi
domande sull'esistenza, si approcciano a varie forme culturali , sono permeati
da sensazioni forti, non si sentono in linea con la massa, le loro esigenze non
sono solamente quelle meschine dell'uomo medio che aspira a riprodursi ed occupare la sua giornata sul
posto di lavoro.
E così mentre sono a casa dei genitori divengono pensatori, attivisti,
filosofi, discutono di Nietzsche, di Marx, di Mussolini, di Rimbaud, di Orwell, di Guènon, di Einstein, alcuni si
avvicinano alla Metafisica, altri alla Scienza, insomma ad ognuno risuonano
questioni differenti ma di base c'è una reale passione.
Ad un certo momento però, appena
cominciano ad avvicinarsi ai 30 anni, tutta la loro curiosità svanisce ed il
loro ardore va affievolendosi.
Capita che un giorno te li ritrovi al supermercato con moglie e figli a
controllare i prezzi dei salumi per risparmiare, vorresti fermarli per
salutarli e chiedergli come procede l'esistenza ma appena li guardi negli occhi
ne cogli immediatamente il vuoto e capisci che il passato, le belle discussioni
fatte per loro non erano altro che dei
modi alternativi per sfuggire alla noia esistenziale della gioventù.
Chi era un artista al massimo ha trasformato la sua vecchia passione in
un hobby post-ufficio, chi si era
avvicinato alla politica o con una smorfia ti dice che "sono tutti
ladri" o al massimo ha cercato di piazzarsi nel partito più conveniente
per se stesso, chi aveva provato un approccio metafisico è rimasto disilluso o
ha dato le proprie conoscenze per acquisite, l'aspirante scienziato infine si
ritrova rinchiuso dieci ore al giorno in posti dove le sue idee vengono
sfruttate per alimentare il benessere ed il progresso.
Poi ci son quelli che han fatto carriera, che come si suol dire "ce
l'han fatta", si sono immersi nel mondo della competizione , guadagnano
tanto ma la loro vita aldilà dell'aspetto materiale ha preso la stessa triste
piega dei sopracitati.
Di fronte alle "necessità della vita", l'entusiasmo per degli
ideali e per la cultura viene riposto in soffitta tra scartoffie e vecchi
libri. Il mutuo incombe, la carriera lavorativa scalpita, i figli son sempre
più esigenti, la vita di coppia è un disastro e con questi problemi si potrà
mica perder tempo ad occuparsi di qualcosa di più elevato?
E quali sarebbero poi le questioni più elevate? Le domande
sull'esistenza, la metafisica, la fisica quantistica, l'universo, i percorsi
spirituali di crescita interiore, possono esser al massimo dei tappabuchi
quando avanza del tempo.
D'altronde pullulano corsi serali di risveglio, di yoga, di psicologia,
di benessere fisico, tutto si può fare a patto che si abbia del tempo da
dedicargli. La sera prima di andare a dormire volendo si può anche avere del
tempo per legger qualche libro per accrescere la propria cultura personale e
sentirsi delle persone intelligenti, sempre che non sia troppo complesso
ovviamente.
La mera esistenza, la sopravvivenza umanoide viene così scambiata per vita.
Ernst Junger una volta disse
"meglio essere un delinquente che un borghese", chiaramente fu
una frase paradossale, tuttavia il senso di fondo dovrebbe far riflettere.
Per comprendere quanto un giovane sia disposto a vivere con la v
maiuscola e non scendere a compromessi anche quando la tenaglia dell'esistenza
pare stringere forte, bisogna attenderlo al compimento del trentesimo anno
d'età, è lì che si capirà se la sua passione aveva una radice profonda o se,
come oramai spesso accade, era un mero interesse anticonvenzionale e da
intellettuale della porta accanto.
Se queste persone si rendessero perlomeno conto che la loro vita è alla
completa mercè del sistema economico vigente, che hanno fondato la propria
esistenza per andare incontro all'economia e non viceversa, sarebbe già un gran
passo.
Invece non è così, l'uomo moderno crede di essere libero, ed i suoi
obiettivi sono sempre gli stessi,
sistemarsi, riprodursi e lavorare per gran parte del tempo a sua disposizione. Sicuramente
in questo momento staranno seguendo l'andamento dello spread e la modifica
dell'articolo 18, e magari per quello
forse scenderanno anche in piazza, non
sia mai che gli tocchi il lavoro.
Il lavoro colma il vuoto esistenziale, tiene occupati, non togliete all'uomo medio la sua schiavitù,
sarebbe capace di uccidervi.
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