giovedì 22 marzo 2012

Gioventù e aspirazioni

Durante la giovinezza sempre meno ragazzi si avvicinano ad ispirazioni artistiche, alla filosofia, alla letteratura, alla spiritualità o ad ideali politici.
Una minoranza però esiste ancora, durante gli anni di scuola alcuni vengono attratti da questioni di una certa rilevanza, cominciano a farsi domande sull'esistenza, si approcciano a varie forme culturali , sono permeati da sensazioni forti, non si sentono in linea con la massa, le loro esigenze non sono solamente quelle meschine dell'uomo medio che aspira  a riprodursi ed occupare la sua giornata sul posto di lavoro.
  
E così mentre sono a casa dei genitori divengono pensatori, attivisti, filosofi, discutono di Nietzsche, di Marx, di Mussolini, di Rimbaud,  di Orwell, di Guènon, di Einstein, alcuni si avvicinano alla Metafisica, altri alla Scienza, insomma ad ognuno risuonano questioni differenti ma di base c'è una reale passione.
Ad un certo momento però,  appena cominciano ad avvicinarsi ai 30 anni, tutta la loro curiosità svanisce ed il loro ardore va affievolendosi.
  
Capita che un giorno te li ritrovi al supermercato con moglie e figli a controllare i prezzi dei salumi per risparmiare, vorresti fermarli per salutarli e chiedergli come procede l'esistenza ma appena li guardi negli occhi ne cogli immediatamente il vuoto e capisci che il passato, le belle discussioni fatte  per loro non erano altro che dei modi alternativi per sfuggire alla noia esistenziale della gioventù.
Chi era un artista al massimo ha trasformato la sua vecchia passione in un hobby post-ufficio,  chi si era avvicinato alla politica o con una smorfia ti dice che "sono tutti ladri" o al massimo ha cercato di piazzarsi nel partito più conveniente per se stesso, chi aveva provato un approccio metafisico è rimasto disilluso o ha dato le proprie conoscenze per acquisite, l'aspirante scienziato infine si ritrova rinchiuso dieci ore al giorno in posti dove le sue idee vengono sfruttate per alimentare il benessere ed il progresso.
Poi ci son quelli che han fatto carriera, che come si suol dire "ce l'han fatta", si sono immersi nel mondo della competizione , guadagnano tanto ma la loro vita aldilà dell'aspetto materiale ha preso la stessa triste piega dei sopracitati.
    
Di fronte alle "necessità della vita", l'entusiasmo per degli ideali e per la cultura viene riposto in soffitta tra scartoffie e vecchi libri. Il mutuo incombe, la carriera lavorativa scalpita, i figli son sempre più esigenti, la vita di coppia è un disastro e con questi problemi si potrà mica perder tempo ad occuparsi di qualcosa di più elevato?
E quali sarebbero poi le questioni più elevate? Le domande sull'esistenza, la metafisica, la fisica quantistica, l'universo, i percorsi spirituali di crescita interiore, possono esser al massimo dei tappabuchi quando avanza del tempo.
D'altronde pullulano corsi serali di risveglio, di yoga, di psicologia, di benessere fisico, tutto si può fare a patto che si abbia del tempo da dedicargli. La sera prima di andare a dormire volendo si può anche avere del tempo per legger qualche libro per accrescere la propria cultura personale e sentirsi delle persone intelligenti, sempre che non sia troppo complesso ovviamente.
    
La mera esistenza, la sopravvivenza umanoide viene così scambiata per vita.
Ernst Junger una volta disse "meglio essere un delinquente che un borghese", chiaramente fu una frase paradossale, tuttavia il senso di fondo dovrebbe far riflettere.
Per comprendere quanto un giovane sia disposto a vivere con la v maiuscola e non scendere a compromessi anche quando la tenaglia dell'esistenza pare stringere forte, bisogna attenderlo al compimento del trentesimo anno d'età, è lì che si capirà se la sua passione aveva una radice profonda o se, come oramai spesso accade, era un mero interesse anticonvenzionale e da intellettuale della porta accanto.
   
Se queste persone si rendessero perlomeno conto che la loro vita è alla completa mercè del sistema economico vigente, che hanno fondato la propria esistenza per andare incontro all'economia e non viceversa, sarebbe già un gran passo.
Invece non è così, l'uomo moderno crede di essere libero, ed i suoi obiettivi sono sempre gli stessi, sistemarsi, riprodursi e lavorare per gran parte del  tempo a sua disposizione. Sicuramente in questo momento staranno seguendo l'andamento dello spread e la modifica dell'articolo 18,  e magari per quello forse scenderanno anche  in piazza, non sia mai che gli tocchi il lavoro.
   
Il lavoro colma il vuoto esistenziale, tiene occupati, non togliete all'uomo medio la sua schiavitù, sarebbe capace di uccidervi.
 
 
 
 

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