27 GENNAIO All'alba dovetti andare al bagno ,il corridoio la sera prima era pulito ,ma la mattina faceva proprio schifo ,gli indiani non sono di certo gentleman inglesi, i bagni comunque per me che avevo viaggiato in Perù erano troppo puliti. Poco dopo scesi a Gaya ,presi uno scalcinato bus ,in un'ora ero a Bodh Gaya, siccome proprio di fronte alla fermata del bus vi era un monastero con tanto di posti per dormire ,andai a vedere se c'era un letto disponibile. Non vi erano camere singole ,ma senza esitazione perché sicuro che li avrei incontrato Lorenzo ,presi un letto in un dormitorio. Un'immensa camerata con una ventina di letti ,comunicante con un lungo corridoio anch'esso pieno di letti. I posti per dormire facevano proprio schifo ,erano dei tavolacci senza materassi, ma non ebbi dubbi ,tanto in questo posto non ero venuto certo per dormire. C'erano comunque numerosi bagni e docce ,l'unico problema era dato dal fatto che distavano parecchio dal dormitorio ,e che l'acqua era quasi gelata ,per sfida mi feci subito una salutare doccia. Con incrollabile fiducia lasciai tutta la mia roba in dormitorio, anche i soldi e partii alla scoperta di questo luogo reso storico dal Budda. Mi conficcai subito nel tutto, non avevo con me niente ,perciò non avevo nessun problema ,era una giornata radiosa e m’avviai verso un immenso fiume secco. Durante il cammino m'imbattei in dei magnifici alberi di una specie a me sconosciuta ,mi misi a guardare amorevolmente un bambino che teneva sotto controllo le celebri vacche indiane. Arrivai sugli argini del fiume ,vi era un rigagnolo d'acqua ,mi divertii a vedere i riflessi del sole sull'acqua ,incominciai ad osservare intorno a 360 gradi ,in particolare oltre il fiume vidi due piccole montagne ,naturalmente tantissime altre cose ,ma ero talmente vuoto che per descriverle tutte di sicuro annoierei il lettore ,sappiate soltanto che per me erano più che mai affascinanti. Ancora una volta mi sembrò d'essere sotto fungo ,infatti in un ora il mio essere fu travolto da innumerevoli diciamo esperienze ero colpito da tutto non scartavo niente ,per il lettore può essere istruttivo il fatto che mi misi ad osservare per un po’ di tempo una donna che impastava con le mano la merda di vacca ,formava delle palle che spiattellava sul muro (gli escrementi da queste parti sono utilissimi ,con gli stessi si accende il fuoco ,si costruiscono case ,i pavimenti per lo più sono di quel materiale).Quasi tutte le pareti delle case (diciamo per capirci meglio capanne per galline delle mie parti) erano piene di merda spiattellata, che si doveva solamente essiccare. Ma la merda non era solo sui muri ,probabilmente in India o meglio a Bodh Gaya ,gabinetti non esistevano infatti lungo il fiume secco era pieno di gente a fare la cacca. Ad un certo punto m'incontrai con un americano ,naturalmente parlai di buddismo dallo stesso seppi che le due montagne oltre il fiume erano i luoghi dove il Budda era stato per lungo tempo a meditare ,prima d'illuminarsi proprio qui a Bodh Gaya. Ritornato al monastero rividi Lorenzo ,anche lui alloggiava nel mio stesso dormitorio ,andammo a mangiare in un tipico ristorante indiano ,per la prima volta in vita mia mangiai senza utensili ,cioè con le sole mano, ma il pasto fu davvero ottimo. Poco dopo eravamo nel tempio costruito nel luogo dove il Budda si fu illuminato ,un tempio stupendo ,ma la cosa più bella era un laghetto li vicino ,con al proprio centro su un isolotto la statua del Budda ,due spiriti liberi non potevano rimanere a lungo insieme in un luogo tanto misterioso perciò ci separammo. Sotto gli alberi in prossimità del laghetto osservai l'incessante flusso d'esseri viventi stando troppo bene con me stesso. La sera un venditore indiano aveva detto a me e Lorenzo che a Bodh Gaya vi era un ristorante italiano ,siccome il mio amico in un suo viaggio nel nord dell'India aveva conosciuto un italiano che gli aveva detto di avere un ristorante proprio qui, provammo a rintracciarlo ,ma fu destino non riuscire ad incontrarlo. Dopo aver mangiato in un ristorante tibetano ,alle 8.30 ero già nel mio sgangherato letto dove dormii senza nessun problema.
28 GENNAIO La mattina verso le 8 con il mio amico mi diressi alle vicine montagne dove in passato era stato a meditare Siddharta. Avevo con me il mio zainetto con acqua, banane ,libro di Thoreau ,e quaderno degli aforismi. Dopo più di mezz’ora di cammino ed aver osservato alberi fantastici, c’imbattemmo in un albero immenso ,rimanemmo li senza far niente ,fu solo contemplazione ,scrissi anche questo folle aforisma qua.
254 UN MAGNIFICO ALBERO UN CANE VEGETARIANO
Uno dei prodotti del Budda è stato sicuramente quest'albero
che da come frutti cibo per cani
cani che sono vegetariani e se lo sono diventati loro
chiunque può esserlo e prendere perciò l'energia vitale
non dal cibo comune ma dal padre sole
dispensatore di cibo vitale il cibo più buono di tutto
quello che da l'estasi.
Flora e fauna danno moltissimo ma la vera energia il sole.
la da solo lui il sole.
Spiegazione: l'energia del cibo deriva dal sole ,il cibo è fondamentale per il corpo ,ma la nostra anima l'essenza più importante ha bisogno più che altro di altre forme energetiche ,il cibo per lei è proprio una cosa secondaria ,sviluppare l'essenza animica porta a nutrirsi di ben altro? Dopo un ora sotto l'albero partimmo per le vicine montagne ,attraversato un piccolo villaggio iniziammo l'ascesa ,fu bellissimo ed una volta in cima entrambi per conto proprio ci mettemmo ad osservare lo stupendo panorama. Lassu in cima pensai a Messner ,lo stesso per sentirsi realizzato aveva dovuto scalare l'Everest, invece io su questa collinetta ero la persona più felice del mondo ,questo perché avevo capito come funziona il desiderio umano, (è importante solo quello a cui si da importanza) non avevo bisogno perciò di sfidare l'estremo. La vera gioia la felicità la si ha solo se si è rilassati, sull'Everest di sicuro molto rilassati non si può essere. Vidi volare un aquila ,sotto la roccia vi erano deliziosi fiorellini ,mi sdraiai sull'erba che non era bagnata, pensai ancora una volta a quel coglione di Messner, dove era arrivato lui la vita non c'era proprio per niente. Anche Lorenzo stava benissimo la in cima, comunque il primo che abbandonò quel posto fui io ,a valle c'erano tante altre cose interessanti ,salutai il mio amico e come un bambino corsi nella stupenda discesa. Vagai nel sottostante villaggio la natura mi chiamava a se ,l'ingegnosità dell'agricoltura indiana stimolava il mio intelletto che ultimamente era andato fuori servizio ,vidi cani ,scimmie vacche ,dopo aver ragionato un po’ sull’agricoltura ,ripersi perciò subito la testa ma un ex intellettuale come me ne fu proprio contento ,è normale perciò che questi ultimi pensieri siano malmessi anzi tutta la giornata ,perché io quel giorno non ero di sicuro razionale ,avevo capito che la vita è aldilà della razionalità. Mentre stavo raggiungendo il monastero reincontrai Lorenzo ,lo stesso proveniva da un altra parte e proprio vero le vie del signore sono infinite. Feci una doccia ed uscii da solo ,decisi di ritornare calcolatore per cui mi misi ad osservare le numerose bancarelle con tanto d'artigianato locale, d'altronde ero nella cittadina più sacra per i buddisti e i numerosi pellegrini rappresentavano un notevole business per i suoi abitanti. I prezzi per me occidentale erano stracciati in partenza ,ma decisi d'esercitarmi nell'arte della contrattazione anche un pollo come me riuscì a dimezzare il prezzo iniziale. Circa mezz’ora la passai così fino a che non sopraggiunse un'altra strana coincidenza ,ad un venditore dissi che ero italiano ,costui senza pensarci due volte chiuse il negozio e decise d'accompagnarmi da un suo amico italiano ,guarda caso il tipo che io e Lorenzo il giorno precedente avevamo cercato senza trovare. Mentre mi stava accompagnando alla sua casa, incontrammo la moglie dell'italiano la stessa era con una bambina ,l'indiano mi lascio con la stessa ,li ha poco arrivai a casa di Massimo. Il tipo aveva sui quarant’anni alto con dei baffoni nerissimi, era vestito non proprio all'italiana ed aveva una casa che potrei benissimo definire stamberga ,ma aveva un viso radioso ,dal primo momento l'apprezzai ,la moglie era una mulatta indiana ,vestiva naturalmente in modo tradizionale e non parlava ne italiano ne l'inglese ,aveva un ventina di anni mentre la bambina due soltanto. Senza pensarci tanto parlai al tipo di paranormale ,lui era un convinto buddista e conosceva molto bene lo yoga ,perciò a sentire le mie storie non fu sbalordito affatto. Visto che eravamo italiani e il mio amico mi aveva detto di conoscerlo (Massimo si ricordò di lui), prendemmo appuntamento per la sera. Mangiammo tutti e tre in un ristorante (il ristorante di Massimo era stagionale ,proprio qualche giorno prima era stato chiuso) i miei due amici parlarono molto di yoga, io forse influenzato dal libro di OSHO che di certo non parlava bene di tale disciplina ,finito di mangiare li salutai. Ma quella sera lo yoga era sulla mia strada infatti prima d'addormentarmi conobbi un vicino di letto spagnolo ,costui dopo essersi cucinato nella camerata su un for nello un piatto di cibo vegetariano e aver parlato con me ,si mise nella posizione del loto sopra al letto ,m'aveva detto che era molti anni che ricercava il divino ,a me sinceramente non m’affascinò per niente e m’addormentai in un battibaleno.
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In poche parole ero finito in un luogo di potere,li,in questi luoghi tutto è più facile,per comprendere.Per avere la giusta visione.
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