giovedì 15 novembre 2012

A vedere gli oranghi


19 DICEMBRE  La mattina ripartii con la famiglia (ma senza Jeff che se la doveva spassare con la canadese) per Bukit Lawang ,luogo questo dove era possibile vedere degli oranghi cresciuti in cattività, ma progressivamente rieducati a vivere nella giungla. Viaggio come al solito su un bus strapieno ,cielo oscuro ogni tanto pioveva ,cambio bus a Medan ,alle due eravamo arrivati alla nostra meta. Sfortunatamente era domenica ,tutte le guest house erano costruite lungo un fiume ,vi era un strettissima strada piena più che mai di turisti indonesiani ,per passare con i nostri zaini facemmo tanti slalom ,per paletti vi erano le persone. Il posto era bellissimo ,secondo quanto mi aveva detto l'inglese Alan eravamo in una foresta millenaria ,vi erano numerosissime guest house lungo il fiume era possibile fare rafting con i gommoni dei camion ,quel giorno visto che era domenica c'era un gran casino ma probabilmente i giorni feriali in questo luogo sarebbe regnata la pace e si sarebbero sentiti cantare gli uccelli. Ci sistemammo in due differenti complessi di bungalow distanti fra loro circa cento metri. Una volta nella mia stanza seppi che non vi era elettricità nell'arco della giornata avrei avuto la corrente elettrica solamente dalle 18 alle 22.
Uscii ed iniziai a gironzolare, la strada precedentemente intasata era di colpo diventata  vuota ,provai degli strani frutti (Patrizio poi mi dis­se che si chiamavano i frutti della passione ) veramente eccezionali e mi misi ad osservare le numerose scimmie che volavano fra gli alberi millenari. La sera feci cena con la famiglia alla quale si era aggiunto un francese viaggiatore solitario.
20  DICEMBRE  Prima delle 8 in piedi in quanto la sera si era deciso d'andare ad osservare gli oranghi. Fatta una frugale colazione ,dopo aver pagato il biglietto d'ingresso al parco ,salimmo su una canoa per attraversare il fiume, gli oranghi infatti erano nell'altra sponda del fiume quella opposta alle guest house. Scesi a terra subito notai che eravamo i soli ad avere delle bambine così piccole ,inoltre eravamo gli unici ad avere delle ciabatte tutti gli altri numerosi turisti erano muniti di scarponi. Compresi subito il perché di tali scarponi ,infatti prima di arrivare nel luogo dove si sarebbero avvistati gli oranghi ci facemmo una lunga camminata in salita e nel fango. Per le bambine fu una durissima esperienza, senza l'aiuto di noi adulti non sarebbero arrivate nel luogo prescelto ,mi ricordo che piansero moltissimo. Arrivammo perciò per ultimi ma riuscimmo a vedere gli oranghi. Gli stessi tutte le mattine venivano nutriti depositando dei caschi di banane su una piattaforma costruita su un albero ,naturalmente erano totalmente liberi di tornare a mangiare ,nella giungla il cibo abbondava ,ma dovevano gradualmente imparare da soli a nutrirsi perciò quelli che vedemmo quella mattina probabilmente era da poco tempo che erano stati lasciati liberi. Dopo che un primo orango aveva finito di mangiare le sue banane ,giunse una mamma con tanto di bebè ,le bambine andarono in estasi ,così come tutti noi. Fu davvero bellissimo vedere come gli oranghi si spostavano sugli alberi ,mangiavano poi con le mani come noi esseri umani da bambini. 

Finita l'esibizione ritorno alla guest house ,le bambine dopo tanta gioia piansero tantissimo per i numerosi capitomboli lungo un percorso per loro quasi impossibile. Salutai la famiglia e mi misi sul terrazzo della mia camera ,ad osservare le tante piante, scimmie, a sentire i canti degli uccelli ,il tutto fumando un sigaro birmano ,fu veramente bello tanto ero in pace con me stesso. Quel giorno mangiai da solo e mi misi a risalire il fiume ,fu per me una piacevole avventura mi sembrò di essere tornato bambino ,nel ritorno sempre in una zona selvaggia ,m’imbattei in Jeff, subito dopo eravamo insieme da Patrizio che stava discutendo con il francese incontrato la sera prima ,visto che il mio francese è proprio scadente (Patrizio parlava benissimo il francese) salutai tutti. Mi misi ad osservare le scimmie e per puro caso m'imbattei con il danese(Ricordatevi questo danese) compagno di viaggio dal lago Maninjau a Bukittinggi ,lo stesso mi raccontò di una sua esperienza con agenzia turistica nell'isola di Siberut ,dalle sue foto capii che si era divertito moltissimo. Questo ragazzo di circa 20 anni di cui non ricordo il nome ,era simpaticissimo ,pronto a qualunque esperienza ,una persona che come me stava viaggiando più che altro per gioco ,un 'anima che preferirei incontrare molto spesso in giro per il mondo. Sarebbe tornato a casa fra circa un anno, era in giro già da dieci mesi. Un vero mito per me. Ma vidi giungere Jeff ,lasciai il danese che aveva deciso di fare del rafting ,e segui il francese. Andai nella sua camera ,accese un incenso per profumare la stanza e ci fumammo una canna. Quel giorno era destino che dovevo incontrare tanti conoscenti, infatti poco dopo rividi i due danesi incontrati a Melacca ,ma erano insieme ad altri connazionali ,per cui li salutai soltanto. Non fui molto contento del fatto che erano con altri danesi ,forse per la loro crescita era meglio incontrare gente diversa. Mangiai con la famiglia e i due francesi ,avevo deciso che l'indomani sarei partito da solo ,la mia anima cercava la libertà ,dovevo perciò rimanere da solo. Giocai con le bambine ,parlai un po’ di spiritualità con Patrizio e salutai tutti ,forse ci saremmo rivisti a Medan ,a Ko pha-ngan, o a Bangkok (la famiglia doveva tornare in Italia proprio dall'aeroporto di Bangkok) Patrizio mi diede un ultimo consiglio, “Almo a Ko pha-ngan ,non esagerare con i funghi ,in un anno li hai mangiati 4 volte ,gli stessi ho sentito dire che distruggono i neuroni cerebrali ,stai attento”.

.......................................................................................................................
Finalmente ero di nuovo solo,per comprendere il mistero dell"esistenza,se trovi uno specchio un illuminato,un vero guru,puoi stare anche in compagnia ,altrimenti meglio affidarsi,al TUTTO,alla VITA.

Nessun commento:

Posta un commento

Se riusciamo a deprogrammarci, non si tratta di diventare zombie o fantasmi, ma di agire nella consapevolezza costante che stiamo vivendo un...